Partite di Volley in uniforme
Anche i soldati avevano qualche momento di svago. Uno di questi era rappresentato dal gioco della pallavolo che George Fisher, segretario dell'Ymca War Work Office, inserì nei programmi di addestramento per l’esercito americano, consegnando alle truppe circa 16 mila palloni.
Palloni che arrivarono anche in Italia, nel 1917, e vennero distribuiti nelle Case del Soldato, i centri ricreativi allestiti nelle retrovie, promossi dalla Chiesa Cattolica e in particolare da Don Giovanni Minozzi.
Inizialmente la Pallavolo prese il nome di "Minonette" dal termine minon, micio, appellativo usato per il gioco con la palla praticato dalla nobiltà francese nel '700.
Uno sport simile si era già diffuso in Germania, nel 1893, il Faustball, ma il merito di aver ideato la pallavolo in senso moderno (1896) va riconosciuto a William G. Morgan, istruttore di educazione fisica presso un college dell'YMCA di Holyoke, nel Massachusetts.
Il professor Morgan si era ispirato al tennis per allenare i suoi ragazzi delle squadre di baseball e rugby. Per anni non furono stabilite delle regole precise, ma ognuno applicava le proprie. Almeno fino al 1890, quando A.T.Halstead, un insegnante di educazione fisica americano decise di scrivere un regolamento uguale per tutti, e da quel momento il gioco della Pallavolo prese il nome di ‘Volleyball’ sia negli Stati Uniti, e successivamente in tutto il mondo.
Ad esempio, la regola dei 3 tocchi è stata ufficialmente inserita a partire dal 1914. Prima di allora il numero di tocchi possibili era illimitato.
La Volley pian piano venne praticata in diversi Paesi dell’Oriente, mentre in Europa arrivò con lo scoppio della Grande Guerra.
In Italia, ad esempio, si diffuse nella fase conclusiva del primo conflitto mondiale. I primi match che si ricordano risalgono al 24 luglio del 1918 quando dalla base francese di Puillac giunse a Porto Corsini, vicino Ravenna, un convoglio ferroviario con a bordo 331 tra ufficiali e sottufficiali e 260 tonnellate di equipaggiamenti.
In quel viaggio verso la base di Porto Corsini, che divenne la Naval Air Station, la prima e unica unità della Marina americana operativa in Italia durante la Grande Guerra, i militari americani avevano portato anche reti e palloni e in un momento ricreativo mostrarono ai nostri connazionali come si giocava a pallavolo.