L'esercito parallelo della Grande Guerra
Veri e propri eroi, come il destriero Warrior, cavallo di battaglia del generale inglese Jack Seeley che sopravvisse alla Grande Guerra, insignito della medaglia d'onore al valor militare. Ma anche il piccione Cher Ami che contribuì in modo decisivo a salvare la 77° Divisione durante la battaglia delle Argonne, nell’Ottobre del 1918.
Circa 16 milioni gli animali impiegati nel primo conflitto mondiale, che in molti casi trovarono la morte sui campi di battaglia insieme ai soldati.
Un enorme esercito parallelo, composto da 11 milioni di equini, 100 mila cani e 200 mila piccioni, ma anche numerosi muli, asini, maiali, piccioni e canarini, nonché da delfini spesso immolati contro le navi nemiche.
I cavalli e i muli da soma furono utilizzati principalmente per il trasporto, a volte per spostare i rifornimenti da una base all’altre, altre volte i cannoni smontati; i cani, invece venivano sguinzagliati per cercare i feriti o individuare le bombe; mentre piccioni e colombi erano messaggeri per lanciare sos o trasmettere comunicazioni a distanza fra i comandi. Altri ancora segnalavano la presenza di gas letali o liberavano le trincee dai ratti. Ma in generale gli animali facevano compagnia. Nelle lunghe notti al freddo di montagna, gli amici a quattro zampe sapevano come restituire ai soldati un briciolo di calore e conforto psicologico.
A memoria del loro prezioso apporto è stato costruito a Londra l’Animals in War Memorial Found, il monumento dedicato, simbolicamente, al "soldato 2709", un piccione viaggiatore morto in servizio, ma ha l’intento di ricordare tutti gli animali caduti in guerra.