Camera dei Deputati, la seduta della Vittoria
Il 20 novembre 1918, per la prima volta dopo la fine della Grande Guerra, la Camera dei Deputati tornò a riunirsi. Il quotidiano La Stampa, il giorno seguente, titolava: “La solenne seduta parlamentare della Vittoria”.
Come riporta il verbale di quel mercoledì pomeriggio: “Vi si notano molti ufficiali dell'Esercito e dell'Armata italiana e degli Alleati. Nella tribuna pubblica prende posto, fra la generale commozione, una rappresentanza di ciechi e mutilati di guerra. In apposita tribuna sono i rappresentanti politici delle terre redente.” Assente il Generale Armando Diaz, ancora indisposto come riportano i verbali del periodo.
La seduta iniziò alle ore 14: al suo ingresso, il Presidente della Camera Giuseppe Marcora venne salutato da applausi fragorosi. Il Presidente del Consiglio del Regno d’Italia, Vittorio Emanuele Orlando, fu accolto con calorosi e lunghi applausi anche dalle Tribune. “Tutti i deputati sorgono in piedi al grido ripetuto di Viva Orlando! Viva Sonnino! Viva l'Italia!”
Dopo le parole introduttive del Presidente Marcora prese la parole l’on. Orlando per un lungo e appassionato discorso rivolto a tutti i presenti ma anche a tutti gli italiani che volevano lasciarsi alle spalle i lunghi anni del conflitto, celebrando il diffuso sentimento di unità del Paese ma anche la vittoria del diritto e della giustizia “Come aveva comandato la parola del Re, soldati e cittadini non furono che un esercito solo. (Benissimo!) Resistere: questa fu la decisione della nostra salvezza. E resistere un'ora più del nemico: questo fu il segreto della nostra vittoria (Benissimo!), che è vittoria di esercito e vittoria di popolo, fusi insieme nella unità dell'anima nazionale.”
Quella seduta fu l’occasione anche per inaugurare la nuova Aula di palazzo Montecitorio, la stessa utilizzata ancora oggi. Il progetto era stato affidato all’architetto Ernesto Basile: il cantiere iniziò nel 1905 per concludersi nel 1918.