La Musica che rasserena gli animi
A volte osannavano la figura del soldato e la Patria, altre volte raccontavano aneddoti della vita da campo.
I canti di guerra, intonati durante le lunghe ed estenuanti marce sulle montagne e nei rifugi erano un antidoto contro il freddo e la stanchezza. Aiutavano a sopportare meglio le sofferenze quotidiane e permettevano di estraniarsi, almeno per un attimo, da quell’inferno di fango e morte che erano le trincee.
Ci si sentiva più uniti nel condividere un motivo allegro che ricordava la casa e gli affetti, che faceva scappare una lacrima o un sorriso.
La musica sapeva contrapporsi tenacemente alla brutalità del conflitto come era accaduto in modo straordinario la notte di Natale del 1914 quando, sul fronte occidentale, soldati inglesi e tedeschi, trascinati dalle dolci melodie natalizie che si levavano sulla “terra di nessuno”, avevano riposto i fucili ed erano usciti allo scoperto spinti da un sentimento di fratellanza per scambiarsi in dono: tabacco, alcol e biscotti.
In Italia il vasto patrimonio di testi musicali ancora oggi rafforza la memoria di quegli anni difficili. Dalle più popolari O' surdato nnammurato' a 'La canzone del Piave', fino a quelle di nicchia come l’onomatopeica 'Ta-pum' che voleva riprodurre il rumore dello scoppio delle mine, per arrivare a ‘La campana di San Giusto’ e 'La Tradotta che parte da Novara'