Le bombe di san Valentino
La mattina del giorno 14 febbraio 1916 sorvolano su Monza alcuni aerei militari austriaci. Uno di questi, che il giornale locale “Il Cittadino” del 17 febbraio racconta come un aereo “aviatik” tipo “Taube”, dopo aver eseguito una serie di evoluzioni, si lancia in picchiata sulla città… Era il triste preludio del primo bombardamento a Monza e Milano.
“I corsari dell’aria” proseguono indisturbati il loro attacco (il sindaco di Monza lamenta il mancato allarme) che dura circa mezz’ora e si concentra in due diverse parti della città.
Alle Grazie Vecchie esplode una prima bomba, che fortunatamente non produce danni in quanto cade nei prati. Il rione S. Biagio invece subirà i danni maggiori. Una seconda incendia l’azienda di legnami Pietro Sala dei fratelli Guffanti e si hanno delle vittime fra la popolazione: il calzolaio Giuseppe Crippa, appena uscito dalla sua casa, è centrato in pieno da un’altra bomba e anche un’anziana donna perderà la vita successivamente in ospedale.
Gli ordigni sganciati dall’aereo austriaco cadono nei prati di S.Vittore; ed uno inesploso sarà rinvenuto nei pressi della Cappella Espiatoria.
L’attacco è seguito “con intrepida calma e con imprudente e pericolosa curiosità” - la cronaca riporta: “invece di ripararsi, la popolazione si è riversata nelle vie, curiosa di constatare di quanta crudeltà sia capace la nazione a noi nemica. Una gran ressa di curiosi si pigiò sui luoghi dove caddero le bombe, dopo che il cielo fu libero dai nemici. Quasi tutti gli stabilimenti cessarono il lavoro”.
Il fatto coglie tutti alla sprovvista, del resto è la prima volta che viene eliminata l’antica distinzione tra esercito combattente e popolazione civile e l’aver fatto di entrambi un obiettivo dell’azione militare.
Gli austriaci sono definiti dei “vandali” da un cronista dell’epoca che commenta: “La nuova barbarie nemica ha voluto chiamare tutto il popolo a soffrire della vita di ansie dell’esercito combattente, e il popolo italiano, specialmente il popolo lombardo, che non dimentica le calcagne ferrate e le verghe dei poliziotti austriaci, ritrova sé stesso al contatto delle nuove armi degli stessi offensori”.
Purtroppo siamo solo agli albori di quella che sarà la lunga e sanguinosa storia – militare e propagandistica – dei bombardamenti aerei sulla popolazione civile.