L’INTERVENTISMO COME COMPIMENTO DEL RISORGIMENTO
di Aldo A. Mola
La conflagrazione europea del luglio-agosto 1914 in Italia venne preceduta da tre eventi che concorsero ad accelerare il radicamento della coscienza nazionale unitaria:
la celebrazione del Cinquantenario del regno (censimento, pubblicazioni, manifestazioni, mostre, monumenti...);la guerra contro l'impero turco-ottomano per la sovranità sulla “Libia”; le prime elezioni a suffragio (quasi) universale maschile.
Il Cinquantenario consentì di evidenziare il prodigioso camino compiuto dall'Italia nel mezzo secolo di unità in termini di organizzazione del territorio, di ammodernamento civile e progresso economico. Quarant'anni dopo l'annessione di Roma e del Lazio, la questione romana e la questione cattolica non costituivano più motivo di lacerazione invalicabile. Le Istituzioni non erano messe in discussione se non da frange rumorose ma circoscritte.
L' “impresa di Libia” ottenne vasto consenso anche in forze sino a qualche anno prima “lontane” (cattolici, socialriformisti, radicali, parte dei repubblicani e persino pacifisti). La conduzione della guerra evidenziò la capacità di iniziativa politico-diplomatico-miliare incardinata su Re-presidente del Consiglio- Ministro degli Esteri- Ministro della Guerra e Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, una “catena” che funzionò con ottimi esiti e mostrò notevole duttilità di metodo.
Le elezioni della Camera dell'ottobre 1913 confermarono il primato della maggioranza “moderata” (liberaldemocratici, col supporto di cattolici). Al di là dell'oratoria (Arturo Labriola, Orazio Raimondo...), l'unica alternativa a Giolitti era una maggioranza comunque giolittiana, tesa a proseguire il programma di unificazione reale dei cittadini anche con le leggi speciali per le aree arretrate e sottosviluppate (non solo nel Mezzogiorno).
Dopo la guerra franco-germanica i confini degli Stati europei risultarono immodificabili. Nondimeno il proposito di far coincidere i confini politici con quelli naturali rimase vivo al di là delle divisioni politiche e ideologiche: attraverso scrittori, poeti, scienziati. La Scuola e le FF AA ne furono i veicoli principali, accanto a organizzazioni miranti a collegare la Terza Italia al proto-risorgimento anche attraverso la storiografia.
La “Dante Alighieri”, la “Trento e Trieste”, le logge massoniche e innumerevoli altre istituzioni e associazioni alimentarono un sentimento diffuso che si espresse nell'interventismo “popolare” del 1914-1915, altra cosa da quello “organizzato : esso fu certo “ingenuo” e fu anche quello che pagò di più, come aveva intuito Giolitti, neutralista quanto leale verso l'Italia in guerra.
L'intervento venne voluto da alcuni, la guerra venne sostenuta dai più. La vittoria fu dell'Italia che arrivava a tre guerre per l'indipendenza e dall'origine proponeva la fratellanza tra i popoli.