CONCERTO DI MUTI A REDIPUGLIA PER LE VITTIME DI GUERRA
“La musica come elemento fondamentale di coesione tra popoli che hanno culture e ideologie diverse e come base su cui costruire un ponte di pace e di amicizia”. Nel dirigere il Requiem di Verdi il 6 luglio scorso ai piedi del Sacrario militare di Redipuglia, il Maestro Riccardo Muti non ha voluto solo onorare le vittime di tutte le guerre ma sfruttare la forza universale della musica per riflettere sulla necessità di porre fine ai conflitti ancora in corso. E così il concerto, ideato e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio e dal Ravenna Festival per commemorare il Centenario del primo conflitto mondiale - presentato in conferenza stampa a Palazzo Chigi il 23 giugno - si è inserito nell’ambito de 'Le vie dell'amicizia’, il percorso di pellegrinaggio musicale ideato da Muti per raggiungere le città ferite e segnate dal terrore.
Per una notte a Redipuglia, sullo stesso palco, hanno suonato insieme l'orchestra Giovanile Cherubini e l'European Spirit of Youth Orchestra, con i musicisti della Berliner Philharmoniker, della Chicago Symphony, della Filarmonica di Sampietroburgo, della National de France, Philarmonia e dell'orchestra del Teatro Verdi di Trieste, accompagnati dai cori del Friuli Venezia Giulia, di Budapest, Lubiana e Zagabria. Quattrocento persone a comporre un mosaico di voci e suoni, legato attorno ad un unico commuovente messaggio di pace rivolto all'Europa e al Mondo. Una pluralità di note e culture che si è fatta sintonia nella preghiera struggente, scritta per i defunti da Verdi e che Muti ha sintetizzato nell'aria con la sua bacchetta, davanti a una platea di ottomila persone.
In prima fila, come a siglare un cammino comune verso un’Europa più unita, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, i presidenti sloveno, Borut Pahor, croato Ivo Josipovic, e del consiglio federale austriaco Ana Blatnik, che hanno aderito alla prima iniziativa internazionale organizzata dal governo italiano per commemorare la Grande Guerra. Hanno partecipato, inoltre, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il Sottosegretario all'Editoria con delega agli anniversari di interesse nazionale, Luca Lotti, e il presidente del Comitato storico scientifico, Franco Marini.
Le due ore e mezzo di concerto, aperto dalla fanfara Brigata Alpina Cadore, sono state trasmesse in diretta da Rai Tre e Radio Tre, e riproposte al pubblico il 1 agosto su Rai1.
"Libera me, Domine, de morte aeterna in die illa tremenda”. L'ultima invocazione che chiude il Requiem è rimasta a galleggiare nell'aria come monito per le giovani generazioni che possono e devono scongiurare l'oblio eterno, tenendo viva la memoria. Nel riporre le braccia, il Maestro si è voltato solo un attimo ad accogliere gli applausi del suo pubblico, poi un cenno ha serrato lo scroscio ed è partito il Silenzio dalla tromba di un alpino come estremo saluto ai compagni caduti.